domenica 17 febbraio 2008

Sottilità

Mi sono reso conto che 300km sono un'inezia, in quanto distanze. In questi 300km ce ne sono alcuni, di mezzo, che sono ancora meno, e che segnano il confine. Prima di percorrerli sei di qua. Canti una canzone. Sei di là.

I caffè italiani sono caffè. Quella roba che qui chiamano allo stesso modo (dimenticando una effe) li ricorderebbe appena come aspetto, se li guardassi in una stanza molto buia. Molto buia.

Sabato consegnamo e presentiamo il rapporto a BabboNatale. Nel mentre lui abbatte alcuni punti percuotendoli con la slitta, ma si dice infine soddisfatto. Ci scambiamo informazioni strapate all'intelligence ed esperienze di guerra. Mi rivela dove potrei forse trovare una particolare merce di contrabbando che JagerMaster vorrebbe, perchè la sua l'hanno fermata ad un'altra frontiera, sulla MIA ISOLA (citazione per alcuni).

Mi incontro con alcuni dei miei vecchi compagni, quelli con cui ho fatto i primi anni di addestramento. Ci scambiamo racconti di guerra. Poi torno dal Generale e dalla ConsorteDiFerro, che pronti vanno a procurarsi i rifornimenti che mi riporterò nella zona di guerra. Riepilogo anche a loro la prima settimana di missione.

La sera torno con la vecchia truppa. Non ci sono tutti, ma quasi. In patria si mangia meglio, si beve normale. Discutiamo di fattori storici condizionanti lo stato attuale delle cose, e la mia conclusione è che è tutta colpa (merito) della gente che c'era.

Dormo nella mia vecchia branda, che non era così comfortevole da qualche tempo.

Mangio un coniglio. Io, il Generale e la ConsorteDiFerro rimaniamo a parlare intorno al tavolo. L'esperienza che sto facendo la turba, ha i nervi a fior di pelle: dopo che per un po' stiamo intorno all'argomento, saltano.

Sulla camionetta al ritorno sono con ReLeone, DAvena e NonHoAncoraUnSoprannome (che guida, e non ha ancora un soprannome). Cantiamo gli inni della nostra giovinezza, e per questo manchiamo a più riprese le aree di sosta. Ancora una volta ReLeone ha pensato bene di non portare quasi nulla, a parte un tappeto. Io ho ulteriori provviste. Stress (che esce dal weekend di riposo ancora più stressata) e Zucchero hanno infilato nel baule: una bancarella frutta&verdura, un maxistore Ikea, una cella frigorifera, un armadio a sei ante di vestiti (property of DAvena).

I nostri commilitoni ci accolgono con una cena. Siamo stanchi.

Mettere piede sul suolo nemico mi ha svuotato di energie, oggi. Quei pochi chilometri erano passati di nuovo nel tempo di una canzone. Prima sei di là. Poi sei di qua. Respiri un'altra aria, ti accorgi che non sei a casa.

Domani inizia un corso intensivo che dovrebbe permetterci di mischiarci meglio con la folla. Poi ci scontreremo con alcune scartoffie locali, in modo che la nostra missione possa continuare. Qualcuno parla di abbandonare il fronte.

7 commenti:

Matteo Piovanelli ha detto...

un post meno brillante (addirittura) del solito, ma ho sonno

Jager_Master ha detto...

eh, dormi allora. ma con un occhio aperto, che i francesi...
...sai...
..dicono che...

....insomma, non è per essere qualunquisti e razzisti, ma sai...
...sono raffinati e amano le baguette. Se fai 2 più due, insomma....


buona notte bovaz.

Anonimo ha detto...

@fra: Bovaz non sa contare, sa solo uccidere... francesi.

Matteo Piovanelli ha detto...

gnam

Apo ha detto...

hmmm...tette?

Matteo Piovanelli ha detto...

apo è sempre originale

Anonimo ha detto...

OHOH HEIDI!
Allora ti sei acclimatato con il nemico in questa nuova campagna???

stammi bene.