sabato 31 maggio 2008

Avventura...

Dopo parecchio, un nuovo rapporto dal fronte.

Oggi giornata per variare, votata alla fatica, per cambiare un poco dall'ultimo periodo in cui si puntava al riposo, in cui si è visto del sole, per cambiare un poco dal cazzo di tempo degli ultimi giorni, che è più quello che ci si aspetterebbe intorno a castelli scozzesi.
Sveglia all'alba delle 8 e 30, preparazione occorrente per panini (pane, provola, affettati vari) e poi in macchina tutti quanti. Ritrovo con tutta la compagnia delle nanotecnologie al luogo prefissato, dove credo nessuno sia arrivato puntuale. Poi via, per raggiungere un sito poco lontano, un 20 30 chilometri con l'asfalto sotto e fiumi straripanti intorno. Un parcheggio, poi un altro due metri più in là perchè il primo era di un albergo (bella ragione, sì?).
Finalmente tutti pronti e carichi per questa cosa che chiamano adventure park (nonostante un leggero languirino, da non confondere con voglia di qualcosa di buono). Mandiamo un paio di emissari a sondare il terreno, e questi ritornano per dire che prima delle 1330 sarà impossibile essere avventurosi: pare sia stata un'ottima ragione per insultarli un poco e rimpiangere le ore di sonno non godute.
Ci mettiamo allora in riva al lago (ve l'ho detto che c'era un lago?) a consolarci con le scarne libagioni che i nostri zaini ci hanno concesso di portarci appresso. Come ovvio e dovuto, compare un pallone; come ovvio e dovuto, il pallone finisce in acqua; come ovvio e dovuto, l'unica persona che ha una paura fottuta dell'acqua (LastExile) si appresta a prenderlo; come ovvio e dovuto, qualcuno lo spinge. Seguono circa tre ere geologiche al rallentatore in cui l'indiano grida noooooooooooooooooooo cercando di non mettere piede in acqua. Se ne torna triste e terrorizzato a guardarsi il fondo dei pantaloni che si asciuga.
Passa ancora poco che avvisto in lontananza un bar: questo vuol dire una sola cosa: BIRRA! Procedo quindi ad abbeverarmi, con DAvena che incredula si rende conto della propria età anagrafica, per poi decidere che in realtà ha solo diciotto anni (questa cosa scatena LastExile, che si lancia nella stesura della trama e dei dialoghi di un porno che la possa riguardare in veste di studentessa di liceo).

Infine ecco l'adventure park. I proprietari ci spiegano che l'idea è cercare di non morire, ci infilano in un'imbragatura e ci danno una metaforica pacca sulla spalla.
Ora vi spiego il mio problema. Immaginate questa cosa: un orso. Quest'orso indossa degli zoccoli di legno con tacco alto di 5 taglie più piccoli. Lo stesso orso, nel frattempo, cerca di ballare lo schiaccianoci (indossando, sopra gli zoccoli, le scarpette da ballerina classica e stando sulle punte). Sopra un monociclo. Se avete in mente questa immagine, vi rendete conto di quanto possa essere l'equilibrio del nostro povero Baloo. Ecco, a parte l'abbigliamento e la danza, io sono quell'orso. Questo rende camminare su una fune d'acciaio particolarmente complesso, nonostante tutti i sostegni di questo mondo. Ecco, l'adventure park consiste fondamentalmente di funi di acciaio, con attaccati in giro pezzi di legno, una barca, uno snowboard, una bici.
Inspiegabilmente riesco a restare in piedi nei percorsi bianco (incapaci), giallo (dilettanti), verde (un po' più che dilettanti ma niente di che), blu (per quelli bravi abbastanza da fare due passi di fila senza implodere). I percorsi rosso (uomini-scimmia) e nero (scimmie) li guardo, e decido che sono al di là della mia portata. Uno scroscio di pioggia gratuito in una giornata per lo più soleggiata sottolinea la mia decisione di evitarli. Intanto il resto della truppa se la cava egregiamente: Stress rotola su uno snowboard a 10 metri da terra; DAvena si avvolge una liana intorno e si esibisce nell'interpretazione di una salsiccia-yoyo; OrangoMuratore (che potrebbe prendersela per il soprannome, credo) fa tutti i percorsi (e il nero due volte); LastExile si ricorda delle giungle di casa e, benchè con qualche tentennamento, supera tutti i percorsi; Zucchero e DAvena si fanno fermare dall'inizio del percorso nero, superato da MissPresident solo rinunciando per sempre all'uso delle braccia.
Intanto io riesco a racimolare qualcuno per tornare a procurarsi della birra, sentendomi più portato per lo sforzo fisico di alzare e abbassare un boccale, nonchè deglutire ampi sorsi. MitchDiuChennon, Zucchero, DAvena, MissPresident, NonnoTinus, Ambo (non ho altri soprannomi per te, scusa) e Romano (un parigino che si spaccia per italiano, più o meno) fanno il bagno nel lago, rischiando l'ibernazione con soddisfazione. NonnoTinus strabiglia la folla con un numero alla Zoolander, levandosi le mutande bagnate con i pantaloni addosso. Per non essere da meno, le ragazze si strappano i reggiseni e li tirano per aria (ma deludono le folle perchè il loro spirito di emulazione si sveglia e tengono addosso le magliette nel farlo).

Tornando alla base, il tempo peggiora.

...e barbecue

Appunto, peggiora. Pioviggina piovacchia piove fa nuvolo. Ma i responsabili di queste cose avevano già organizzato barbecue per stasera, quindi si incrociano le dita e si cavalca fino al parco convenuto.
Un piccolo a-parte.
Dalle mie parti quando si parla di barbecue si intendono costine (di maiale), salsiccie (di maiale), bistecche (di maiale), punta (un taglio di maiale), sottocollo (un taglio di maiale). Eventualmente pane per fare bruschette, olio, roba vegetale da mettere sulle bruschette, pezzi di altri animali che passavano di lì per caso, altri pezzi di maiale che mi sono dimenticato ma che sono probabilmente molto buoni. Ovviamente birra e/o vino (evviva la prima).
Qui, invece, parlano di salsiccia (di maiale), salsiccia (di pollo). Birra. Fine. (anche se per qualche miracolo dovuto agli effetti dell'umidità sui cervelli studenteschi oggi c'erano alcune ali di pollo e dei pomodori (???)).
Fine dell'a-parte.
Sapendo questo, eccoci nella speranza che dei tristi alberi possano farci da tettoia. La magia della chimica accende la brace, e mentre disputiamo sul fatto di rimandare o meno il tutto causa diluvio universale, le prime salsiccie saltano sulla griglia. L'odore dell'animale che cuoce ci spinge a fingere che non stia piovendo, nella speranza che la pioggia, sentendosi trascurata, vada altrove. Per un attimo pare funzionare, poi non più, poi di nuovo, non più, di nuovo, non più... Si mangiucchia, si parla troppe lingue per tenere conto di tutte, si beve un poco, una nebbiolina pittoresca sale dal fiume in piena.
Ubriacato e un poco nauseato dal continuo ciondolare dell'ago della bilancia metereologica, mi do alla fuga, con la promessa di tornare fuori dalla camera quando anche il resto della compagnia sarà satollo e pronto per nuove avventure nella sera umidiccia di grenoble.