lunedì 11 febbraio 2008

day001 - (in ritardo per l'internet francese)

Day 001 – Behind enemy lines

Eccomi, in territorio nemico, per ora solo. Ho superato incolume la prima giornata, ed ora... Ma andiamo con ordine.

Ore 6:00 – Casa del Bovaz.
Il gallo canta presto, quest'oggi, perché bisogna partire. Prontamente viene impallettato e spiumato. Molto meglio come cuscino, che come sveglia.
Quindici minuti dopo il Generale scende in camerata a buttare tutti giù dalle brande. Niente piombo per lui. Dopo la colazione, pronti a partire. Io, il Generale e la sua ConsorteDiFerro. Il Maggiore non parteciperà alla missione: oggi per lui l'esame per ottenere l'agognata promozione.

Ore 7:00 – Partenza.
Le mappe che il Genio ha fornito al Generale, si mostrano raffazzonate ed inutili non appena vengono ispezionate, pochi chilometri fuori dalla caserma. Pare che il Generale non fosse stato abbastanza chiaro nel dare gli ordini, ed il risultato è quello che è. Sulla camionetta l'atmosfera è comunque rilassata e fiduciosa: solo la ConsorteDiFerro mal cela la sua preoccupazione.

Ore QuasiLeNove:00 – Frontiera.
Senza neanche una bussola, io ed il Generale abbiamo lasciato che fosse l'istinto a guidarci. In un modo o nell'altro raggiungiamo il confine, e paghiamo la guardia doganale perché ci lasci passare senza fare tante domande. Per raggiungere il paese nemico dobbiamo passare sottoterra, come talpe o demoni: questo ci dice molto sulla natura di chi incontreremo.

Ore PocoDopo:30 – Oltre le linee nemiche.
Ricomparsi all'aria e alla luce del giorno, scopriamo per pura fortuna che una delle informazioni date dal Genio si rivela di qualche utilità: sappiamo da quale porta passare per trovare un'altra guardia che chiuda un occhio al passaggio di una camionetta da guerra stipata di armi.

Ore Poi:19 – Le prime scaramucce.
In un modo o nell'altro siamo nella città del nemico. Il Genio fino a lì a potuto, e ci assestiamo in un parcheggio. Abbiamo un numero di telefono, e tre telefoni, ma il numero è criptato e perciò ci vanno un paio di tentativi per trovare una risposta.
“Bonjour. Residence Ouest.”
“Bonjour. Est-ce-que quelcun parle anglais?”
“Non, ma vous pouvez me parler en francais.”
“Eh, no....”
Segue spiegazione della nostra posizione, seguita dalla spiegazione di una strada.
“Ok, merci.”
“De rien, au revoir.”
“Arrivederci a dopo.”
La strada si rivela essere sbagliata, come previsto.
Incrociamo quella che sembra una scuola. Un gruppo di studenti è davanti all'ingresso con parole e sigarette. Faccio fermare il Generale, e scendo a chiedere indicazioni.
“Hi, excuse me, may i ask you a question?”
TroiettaMuori: “Oui”
(ti rendi conto che ti sto parlando in inglese, sì?) “Can you please tell me where is the Residence Ouest?”
TroiettaMuori: “Oui. Tu doit allez...”
In francese mi spiega che devo girare due volte a destra, ed a quel punto sarò in via della piscina e di fatto arrivato alla base.
Torno a riferire al Generale, che mostra di non avere mai imparato a distinguere tra la destra e la sinistra. Tra le urla mie e della ConsorteDiFerro, riesce a non sbagliare strada. Ci troviamo così accanto al parcheggio da cui avevo fatto quella telefonata: evidentemente da ste parti fanno i quartieri triangolari per facilitare i GPS.
Vagando in maniera del tutto casuale, troviamo un edificio con una grossa I di informazioni di fronte. Entro. È un bar. Delle ragazza gentili dicono di non conoscere le risposte ai miei quesiti (Dov'è sta cazzo di Ouest? Perché rosso di sera bel tempo si spera? Come mai nessuno uccide la signora in giallo?). Quasi scoppiano in lacrime, ma mi indicano l'ufficio accoglienza di (credo) scienze politiche. La porta è automatica, ma si apre al contrario. Un cartello mi indica “sinistra”. Vado. Un salone deserto. Nessuna porta che dia verso nessun ufficio. In un angolo un piccolo ragnetto indifeso fa la maglia usando due joint al posto dei ferri. Mi da delle indicazioni, chiedendomi scusa. La cosa mi fa intuire che non sapesse niente e stesse parlando solo perché teme il silenzio.

Ore SubitoSubitoDopo:27 – Vaffanculo, io tiro un dado.
Torno sulla camionetta, guardo il Generale e gli dico:
“Io ho deciso che è di là.”
Vedendo il segno dell'Illuminazione nei miei occhi, lui non si oppone.
Qualche centinaio di metri di gincane e campi minati, poi la ConsorteDiFerro dichiara:
“Figuriamoci se è qui!”
Siamo arrivati alla base.

Ore Finalmente:11 – La lingua è importante: se te la tiro per pulirtici tra le dita dei piedi, te ne accorgi.
Entriamo nell'ufficio accoglienza, io e il Generale. La ConsorteDiFerro resta fuori a fare la guardia a... a fare la guardia a... resta fuori.
Due impiegate in sovrappeso, sovretà e sovrannumero mi aspettano annoiate dietro una trincea di plexiglas. Mostro la mia lettera, spiego la necessità del frigo. Tutto bene. In francese non so spiegare il fatto che devono riservare le brande per i miei commilitoni che giungeranno domani (io sono solo l'avanguardia). Chiedo se è possibile usare la lingua inglese (internazionalmente riconosciuta come la lingua comune più o meno a tutti).
“On est in France. On doit parler seulement Francais.” (maiuscole loro)
Conto fino a tre ed evito di rispondere. Il Generale si era già nascosto dietro una lastra di piombo e si stava reggendo l'elmetto, ma il recente addestramento psicologico ha retto. Due vite sono salve.
A quelle due se ne aggiunge una terza, che un minimo di inglese lo parla. Spiego. Riferisce, malamente. Le altre si mettono a discutere animatamente: colgo riferimenti alla mia nazionalità. La mia buona volontà di non uccidere nessuno al primo giorno comincia a vacillare. QuellaCheUnPocoParla mi rivela che, in effetti, non aveva capito un cazzo. Rispiego. Niente. Interviene un passante a mediare. Capisce e traduce.
Ottengo che solo in 3 potranno stare nello stesso edificio dove c'è la base.
Cristonando sorridente firmo quel che devo e mi prendo le chiavi. Esco ed invoco il sostegno del Dio cristiano. In maniera colorita.

Ore Sistemare:07 – Mucche Mu, Cavalli Ih, Scale Sbrang.
Arrivo all'edificio in cui è celata la base. Controllo la buca delle lettere: è chiusa da un lucchetto muccato, che non si apre al primo tentativo. Salgo alla base e la trovo piccola ed essenziale. Spoglia. Le latrine richiedono contorsioni da Circo Orfei, e per terra potrei seminarci dei gerani. Mentre la ConsorteDiFerro rimedia a quest'ultimo punto, io e il Generale andiamo a recuperare il mio equipaggiamento sulla camionetta:
Divise, ok. Necessario per l'igiene, ok. Viveri, ok. Armi, ok. Barattolo di Nutella da 5 chili, ok.
Tutto è in ordine. Il Generale sorveglia i muli squadrando truce i passanti, mentre io, un gradino dopo l'altro, un carico dopo l'altro, fungo da montacarichi.
Rimane solo una cosa sulla camionetta. Shadowfax. La mia cavalcatura per la missione francese. Con attenzione lo faccio scendere. Lo blandisco mentre il Generale lo ferra, poi lo sello. Dopo il viaggio non mi va di sforzarlo: giusto due passi al trotto, e poi alla stalla. La sella la porto nella base, perché Shadowfax si ribelli a chi gli si avvicina. Speriamo che nessun agente del nemico me lo sottragga o lo ferisca.

Ore 13:EdÈAncheOraCheMangiamoCazzo – Appunto.
Risaliamo sulla camionetta ed andiamo a procacciarci il pranzo. Un grosso numero di francesi sciama dentro e fuori di un edificio, quindi capiamo che ci possa essere del cibo. Dentro, delle insegne ci promettono della pizza: le evitiamo come portassero la peste bubbonica. La ConsorteDiFerro trova per se prosciutto cotto cotto al forno. Io hamburger e patatine, perché credo che sia impossibile non riuscire a cucinarli come si deve. Il Generale trova un piatto di pasta, ma niente con cui condirlo. Scopro che, effettivamente, è possibile fallire a cucinare un hamburger e delle patatine.
Poi, se il caffè fosse sembrato sciacquatura dei piatti, mi sarei commosso dalla felicità.

Ore SazioÈUnAltraCosa:MaTantÈ – Hunting.
Superata la prova del primo pranzo in terra straniera, entriamo in un vicino maxi-mega-emporio per comprare le ultime cose dimenticate. Scopriamo così che gli empori francesi sono tutti fatti a rovescio, quindi per trovare qualcosa bisogna dirigersi verso un punto, sorridendo ironici perché è impossibile che sia lì.
Inoltre non esiste UN burro. C'è quello fine e quello tenero, e di ciascuno ci sono le varietà dolce, mezzo-salato, salato. Ne prendo uno a caso, gettando insulti al dio che ha creato i francesi.
Naturalmente la cassiera non era carina, né particolarmente sveglia, ma ne ho viste di più lente.
Un francese, poi, inspiegabilmente, mi ha venduto una mappa della città: ora conquistarla sarà molto più semplice (o anche solo trovare le uscite di emergenza in caso di incendio)

Ore NonSo:98 – Esplorazione preliminare.
Al Generale spiace di dovere partire, quindi prendiamo la decisione di dirigerci verso il centro città per valutarne i punti deboli. Ancora una volta sono navigatore, ed ancora una volta al Generale non è chiaro che non sto parlando in codice Morse.
Ciò nonostante arriviamo al centro tutti interi. Il fatto che nella stazione ci sia un Irish Pub puzza di trappola lontano un miglio. Scopro dov'è che riceverò i briefing nei prossimi mesi. Torniamo alla base.
Lungo i tragitti ho scoperto un paio di pub, che provvederò a testare al più presto.

Ore AncoraQui:?? - Solo.
Preparo un caffè degno di tale nome al Generale e alla ConsorteDiFerro, poi loro partono. Osservo con soddisfazione che la mucca è sparita. Al suo posto metto un lucchetto vero. Passo a salutare Shadowfax. Poi torno alla base, testo le latrine, mi lavo. Da domani la lezione entra nel vivo, ma ho ancora questa sera.

10 commenti:

bimbapixie ha detto...

ma non ci riesci un poco poco pochissimo ad assecondarli? Giusto il tanto che basta per instaurarci una convivenza pacifica...

bimbapixie ha detto...

Ah, oooooops, non credo tu voglia instaurarci una convivenza pacifica, in effetti...

Matteo Piovanelli ha detto...

nemmeno loro

Jager_Master ha detto...

non parlare con loro. mai.

Anonimo ha detto...

Sterminali senza pietà.

Apo ha detto...

Mangialiiii!!! Divorali!!!
Spolpali!!!

la zuppa ha detto...

salgemmali
spettinali tutti quanti!!!

KHOSRAU IV ha detto...

dì loro quel che fu detto a Zineddine

Matteo Piovanelli ha detto...

ieri ho pensato forte una risposta carina ad una prof.

[studenti] entrano in ritardo di qualche minuto dall'inizio della lezione
[prof]: "It's late. You are not in Italy now!" ridacchia convinta di avere fatto un gran commento
[bovaz] ringhiando piano: "ma tua madre mi ricordo che è ancora in italia e non faceva tutti sti problemi"

Jager_Master ha detto...

sei un maleducato.