giovedì 17 luglio 2008

Econo-saga

Tutto cominciò a Grenoble, Francia.
Giunta a me e ai miei compagni la conferma del fatto che saremmo stati trasferiti a Parigi, ci siamo recati, in borghese, ad un ufficio francese che ci aveva fino a quel momento finanziati, di nascosto al governo locale. Sul posto, abbiamo comunicato il nostro futuro spostamento in maniera da potere essere ancora finanziati attraverso i loro canali. "Tutto a posto", ci dicono, "abbiamo comunicato la situazione al nostro ufficio nella capitale." Questo dopo averci fatto fare un po' avanti e indietro, chiedendo ogni volta cose diverse.
"Ok, dovrebbe mandare una mail a questo indirizzo spiegando la situazione."
Risposta alla mail:
"Non sono io che devo occuparmene, ma ho inoltrato la vostra mail a chi di dovere."
Dopo essere tornati, ci han comunicato che non ne sapevano niente, così abbiamo dovuto rifare tutto.
Fatto. Bene. Basta presentarsi a Parigi, giusto? "Certo."
Così ci siamo presentati agli uffici di Parigi.
"Guardi, non ne sappiamo niente. Compili questi moduli."
Merda. Ok.
"Faccia compilare questo alla sua residenza."
Porcap...
Così si torna in residenza e si fa compilare il foglio. Qualche giorno dopo, di nuovo all'ufficio.
"Bene, tutto bene. Ha un permesso di soggiorno?"
Ma sono italiano.
"Quindi? Deve andare in prefettura e chiedere un permesso di soggiorno, come questo di quella ragazza cinese."
Guardi, mi riderebbero in faccia perchè da qualche decennio c'è al comunità europea.
"Ah. Allora mi darebbe una tessera scolastica e un certificato di sicurezza sociale?"
Sarebbe la tessera sanitaria.
"Certo."
Ce l'ho.
"Grazie. Oh, guardi, pare che abbiamo già un dosier col suo nome. Ci arriva da Grenoble."
Ma va?
"Ci serve un cerificato di identità bancaria."
Ma non ci sono i dati lì?
"Controllo. Sì. Ci serve lo stesso. E anche un foglio con su scritto che questo mese le sono stati versati almeno 400€."
Basta il cedolino del versamento.
"Eccome."
Dopo avere versato, passo da casa. Nella posta c'è un foglio inviatomi dall'ufficio di Grenoble. Apparentemente devo compilare altra roba.
Torno da quelli di Parigi.
Ecco il cedolino.
"E cosa ce ne facciamo?"
Mi avete detto di portarlo.
"No. Vogliamo un estratto conto coi trasferimenti. E un certificato di identità bancaria."
Ma siete tutti rincoglioniti?
Comunque, guardi, mi è arrivato questo.
"Sì, lo deve compilare. Ce l'ha la tessera?"
Che tessera? A me non l'avete mandata. Solo a Stress e LastExile. A me avete mandato sto foglio e a loro no, in compenso.
"Beh, ma non è possibile, senza la tessera e il foglio e un certificato di identità bancaria, noi non possiamo darvi i soldi."
Dircelo prima?
"Ritorni coi documenti a posto."
Ma la tessera dovete darmela voi.
"Non so cosa farci."
Provi a tagliuzzarsi le vene delle gambe con un coltello da prosciutto.

Rinfrancati e allietati (proprio no) da queste notizie, io, Stress, DAvena e LastExile ci incamminiamo verso la stazione del treno sotterraneo che ci dovrebbe portare ai laboratori. Soffermatevi un secondo sull'uso del condizionale, perchè il treno, pare per lavori, si ferma molto prima del dovuto, costringendoci a prendere un pullman. Ovviamente questo ci sfila davanti in tutta tranquillità, così aspettiamo un poco il successivo. La (s)comoda corsa termina in un'altra stazione, dove annusandoci attorno diffidenti saliamo su un altro treno, i cui sedili mi pare offensivo definire tali. Con tutta calma questo ci porta fino acanto ai laboratori.
Una puntata a Starbuck's è d'obbligo per potere entrare a svolgere il proprio dovere.

2 commenti:

Jager_Master ha detto...

non è periodo per parlare di scomodità francesi.
già mi pregusto il soggiorno sul marciapede di parigi beauvais mentre fuori piove, l'aeroporto è chiuso e saverio piagnucola che deve cagare.

Matteo Piovanelli ha detto...

e non scordare che brio, intanto, starà cagando