lunedì 16 giugno 2008

fine della fase uno della fase uno

Dico brevemente che oggi tutti noi ci siamo finalmente levati dalle scatole i progetti che ci avevamo rifilato qua per rivoluzionare il mondo.

comunque...

Cosa c'è da riportare ultimamente?

Un paio di settimane fa (tipo), c'è stato un concerto di Jeffrey e Jack Lewis. La maggior parte del mondo non li conosce, ma (quindi) io mi sono sentito in dovere di andarci. Con me ho cercato di trascinare più o meno tutti i miei commilitoni della caserma Ovest, che hanno prontamente risposto con una sfilza di defezioni. Alla fine eravamo io, ReLeone, Pocket e (recuperata in zona cesarini) Stress. Per sapere i dettagli della cosa cliccate qui, perchè ne ho già steso un rapporto. Il sunto è che sono commosso.

Ieri, invece, alcuni membri della compagnia, Pocket, Zucchero, OrangoMuratore, MitchDiuChennon e LastExile, sono andati a gettarsi da un ponte. Per loro fortuna un passante ha, a tutti, fatto lo scherzone di attaccargli un elastico ai piedi, e quindi saranno anche loro costretti ad affrontare le prove della prossima settimana. Per saperne di più, questa è la strada. Nonostante la loro sopravvivenza, i cinque tuffatori scopriranno presto che non avere dovutamente ringraziato Loki per avere ispirato lo scherzo e Thor per essersi ubriacato (ha cercato di fulminarli per rovinare il gioco alla divinità con-pantheonica, ma visto il suo stato li ha mancati di qualche chilometro) può avere conseguenze a lungo termine.

Per questo rapporto è tutto. Buona serata e grazie per avermi seguito. Vi lascio alle previsioni del tempo.

(edit notturno:)
ReLeone, documentandosi a fine scientifico sull'accoppiamento dei maiali, oggi ha trovato questo. A buon intenditor...

sabato 31 maggio 2008

Avventura...

Dopo parecchio, un nuovo rapporto dal fronte.

Oggi giornata per variare, votata alla fatica, per cambiare un poco dall'ultimo periodo in cui si puntava al riposo, in cui si è visto del sole, per cambiare un poco dal cazzo di tempo degli ultimi giorni, che è più quello che ci si aspetterebbe intorno a castelli scozzesi.
Sveglia all'alba delle 8 e 30, preparazione occorrente per panini (pane, provola, affettati vari) e poi in macchina tutti quanti. Ritrovo con tutta la compagnia delle nanotecnologie al luogo prefissato, dove credo nessuno sia arrivato puntuale. Poi via, per raggiungere un sito poco lontano, un 20 30 chilometri con l'asfalto sotto e fiumi straripanti intorno. Un parcheggio, poi un altro due metri più in là perchè il primo era di un albergo (bella ragione, sì?).
Finalmente tutti pronti e carichi per questa cosa che chiamano adventure park (nonostante un leggero languirino, da non confondere con voglia di qualcosa di buono). Mandiamo un paio di emissari a sondare il terreno, e questi ritornano per dire che prima delle 1330 sarà impossibile essere avventurosi: pare sia stata un'ottima ragione per insultarli un poco e rimpiangere le ore di sonno non godute.
Ci mettiamo allora in riva al lago (ve l'ho detto che c'era un lago?) a consolarci con le scarne libagioni che i nostri zaini ci hanno concesso di portarci appresso. Come ovvio e dovuto, compare un pallone; come ovvio e dovuto, il pallone finisce in acqua; come ovvio e dovuto, l'unica persona che ha una paura fottuta dell'acqua (LastExile) si appresta a prenderlo; come ovvio e dovuto, qualcuno lo spinge. Seguono circa tre ere geologiche al rallentatore in cui l'indiano grida noooooooooooooooooooo cercando di non mettere piede in acqua. Se ne torna triste e terrorizzato a guardarsi il fondo dei pantaloni che si asciuga.
Passa ancora poco che avvisto in lontananza un bar: questo vuol dire una sola cosa: BIRRA! Procedo quindi ad abbeverarmi, con DAvena che incredula si rende conto della propria età anagrafica, per poi decidere che in realtà ha solo diciotto anni (questa cosa scatena LastExile, che si lancia nella stesura della trama e dei dialoghi di un porno che la possa riguardare in veste di studentessa di liceo).

Infine ecco l'adventure park. I proprietari ci spiegano che l'idea è cercare di non morire, ci infilano in un'imbragatura e ci danno una metaforica pacca sulla spalla.
Ora vi spiego il mio problema. Immaginate questa cosa: un orso. Quest'orso indossa degli zoccoli di legno con tacco alto di 5 taglie più piccoli. Lo stesso orso, nel frattempo, cerca di ballare lo schiaccianoci (indossando, sopra gli zoccoli, le scarpette da ballerina classica e stando sulle punte). Sopra un monociclo. Se avete in mente questa immagine, vi rendete conto di quanto possa essere l'equilibrio del nostro povero Baloo. Ecco, a parte l'abbigliamento e la danza, io sono quell'orso. Questo rende camminare su una fune d'acciaio particolarmente complesso, nonostante tutti i sostegni di questo mondo. Ecco, l'adventure park consiste fondamentalmente di funi di acciaio, con attaccati in giro pezzi di legno, una barca, uno snowboard, una bici.
Inspiegabilmente riesco a restare in piedi nei percorsi bianco (incapaci), giallo (dilettanti), verde (un po' più che dilettanti ma niente di che), blu (per quelli bravi abbastanza da fare due passi di fila senza implodere). I percorsi rosso (uomini-scimmia) e nero (scimmie) li guardo, e decido che sono al di là della mia portata. Uno scroscio di pioggia gratuito in una giornata per lo più soleggiata sottolinea la mia decisione di evitarli. Intanto il resto della truppa se la cava egregiamente: Stress rotola su uno snowboard a 10 metri da terra; DAvena si avvolge una liana intorno e si esibisce nell'interpretazione di una salsiccia-yoyo; OrangoMuratore (che potrebbe prendersela per il soprannome, credo) fa tutti i percorsi (e il nero due volte); LastExile si ricorda delle giungle di casa e, benchè con qualche tentennamento, supera tutti i percorsi; Zucchero e DAvena si fanno fermare dall'inizio del percorso nero, superato da MissPresident solo rinunciando per sempre all'uso delle braccia.
Intanto io riesco a racimolare qualcuno per tornare a procurarsi della birra, sentendomi più portato per lo sforzo fisico di alzare e abbassare un boccale, nonchè deglutire ampi sorsi. MitchDiuChennon, Zucchero, DAvena, MissPresident, NonnoTinus, Ambo (non ho altri soprannomi per te, scusa) e Romano (un parigino che si spaccia per italiano, più o meno) fanno il bagno nel lago, rischiando l'ibernazione con soddisfazione. NonnoTinus strabiglia la folla con un numero alla Zoolander, levandosi le mutande bagnate con i pantaloni addosso. Per non essere da meno, le ragazze si strappano i reggiseni e li tirano per aria (ma deludono le folle perchè il loro spirito di emulazione si sveglia e tengono addosso le magliette nel farlo).

Tornando alla base, il tempo peggiora.

...e barbecue

Appunto, peggiora. Pioviggina piovacchia piove fa nuvolo. Ma i responsabili di queste cose avevano già organizzato barbecue per stasera, quindi si incrociano le dita e si cavalca fino al parco convenuto.
Un piccolo a-parte.
Dalle mie parti quando si parla di barbecue si intendono costine (di maiale), salsiccie (di maiale), bistecche (di maiale), punta (un taglio di maiale), sottocollo (un taglio di maiale). Eventualmente pane per fare bruschette, olio, roba vegetale da mettere sulle bruschette, pezzi di altri animali che passavano di lì per caso, altri pezzi di maiale che mi sono dimenticato ma che sono probabilmente molto buoni. Ovviamente birra e/o vino (evviva la prima).
Qui, invece, parlano di salsiccia (di maiale), salsiccia (di pollo). Birra. Fine. (anche se per qualche miracolo dovuto agli effetti dell'umidità sui cervelli studenteschi oggi c'erano alcune ali di pollo e dei pomodori (???)).
Fine dell'a-parte.
Sapendo questo, eccoci nella speranza che dei tristi alberi possano farci da tettoia. La magia della chimica accende la brace, e mentre disputiamo sul fatto di rimandare o meno il tutto causa diluvio universale, le prime salsiccie saltano sulla griglia. L'odore dell'animale che cuoce ci spinge a fingere che non stia piovendo, nella speranza che la pioggia, sentendosi trascurata, vada altrove. Per un attimo pare funzionare, poi non più, poi di nuovo, non più, di nuovo, non più... Si mangiucchia, si parla troppe lingue per tenere conto di tutte, si beve un poco, una nebbiolina pittoresca sale dal fiume in piena.
Ubriacato e un poco nauseato dal continuo ciondolare dell'ago della bilancia metereologica, mi do alla fuga, con la promessa di tornare fuori dalla camera quando anche il resto della compagnia sarà satollo e pronto per nuove avventure nella sera umidiccia di grenoble.

martedì 22 aprile 2008

La dieta sul fronte

La vita sul fronte non è tutta gioie e dolori come Platoon e tutti quei film così vogliono fare credere. La maggior parte del tempo sta lì, a metà strada, nè esaltati nè abbattuti, in attesa o attivi. Vittorie e sconfitte sono solo alla fine delle battaglie, quindi reclamano una piccola parte di tutto il tempo. Di tutto quello che rimane, il grosso lo si sfrutta dormendo o preparandosi all'attimo di elevazione o abbattimento che c'è in fondo. In questa fase, per non mollare, è necessario riempirsi la pancia.

Essendo la truppa qui a maggioranza italiana, è facile immaginare quale sia l'alimento principale: la pasta, in ogni sua forma, colore, dimensione. Il pane, fondamento alimentare di così tante generazioni, è quasi dimenticato: più che altro nessuno ha mai modo di comprarlo, e le rare volte che capita finisce in un lampo. Nell'ultimo periodo i salumi hanno rapidamente scalato la classifica dei cibi più consumati, mentre mais e tonno sono precipitati in posizioni dimenticate.
Saltuariamente i nostri compagni stranieri, indiani e cinesi, decidono che è il caso di cambiare un po' le cose tra le stoviglie, e ne prendono il possesso per un pasto. I risultati sono sempre molto apprezzati: riso, peperoni, pomodoro, carni varie e uova sono gli ingredienti principali, oltre ovviamente a varie spezie piccanti, per la mia gioia e la dannazione di altri.
Poichè ho ricevuto uno speciale allenamento per affinare i miei talenti in questa direzione, spesso mi viene riservato il ruolo di dare fondo alle porzioni, che solitamente abbondano.
Quando pranziamo, spesso siamo alla mensa. La varietà è appena più ampia, la qualità minore. Meglio di altre mense in cui io abbia messo mano alle posate, e non è che ci si aspetti un capolavoro, ma i cuochi sembrano avere troppe pretese, senza saperle seguire e realizzare. Per questo alcuni loro buoni tentativi vanno spesso sprecati, forse nella fretta, forse nella locale incapacità culturale di concepire la cottura della pasta.

Ovviamente non ci scordiamo dei beveraggi.
La bevanda principale sulle bocche della truppa è, manco a dirlo, la birra. Vi sono alcune incomprese eccezioni, nel senso che lo Zucchero non la beve, nonostante i miei continui tentativi di farle comprendere quanto sia buona. In genere, a tavola, abbiamo un paio di birre da discount, giusto per sostentarci. Alcuni di noi (io, MitchDiuChennon, SelfExile) ogni tanto si concedono qualche sperimentazione con altre birre, per uso personale. La Adelscott in lattina, ad esempio, è stata una bella scoperta adatta ad ogni momento. Ammetto che nell'approcciarmi alla birra mi faccio trascinare dalla pura simpatia che si può provare per una bottiglia rivestita di ceramica e col tappo di sughero ingabbiato.
Alcuni dei miei compagni hanno provato tentativi col vino, ma i risultati sono stati modesti e rapidi ad essere dimenticati.
La seconda bevanda è, come giusto che sia, l'acqua. Bottiglie, bottigliette, rubinetti. Ma è solo seconda per consumi. Sui nostri palati (ancora con l'eccezione dello Zucchero) il secondo posto è di diritto del caffè. Non quella brodaglia marroncina che da queste parti chiamano in modo simile, dimenticandosi una effe in fondo alla gola. No. Il caffè come si fa in italia, con la moka. Siamo una piccola colonia Lavazza-Bialetti in terra ostile.

venerdì 28 marzo 2008

my kingdom for a horse

Qualche giorno fa è successa una mezza tragedia.

Shadowfax è rimasto azzoppato. Stavamo tornando alla base dopo un'esercitazione, e gli si è rotto uno ferro. Non eravamo lontani, quindi tornare a passo d'uomo non è stato duro per il fisico, ma solo per il morale.

L'indomani ho preso un giorno di libertà per andare a cercare un maniscalco. Questi ha portato il mio destriero nel retrobottega. Non un urlo, non un nitrito.
Quando è tornato da me, tutto era di nuovo a posto.

lunedì 24 marzo 2008

cristo crocifisso sceso dall'albero di natale

Pasqua e pasquetta. Il tempo è così.

Molti sono tornati in patria, in questo fine settimana di riposo. Qui alla base ovest siamo rimasti pochi fortunati, mentre le divinità locali hanno sbagliato festività e ci coprono di neve.
Ieri sera io, ReLeone, MitchDiuChennon, SelfExile e Signora abbiamo trovato un pub carino: affreschi di monaci ubriachi, alberelli, un pozzo. Poichè non è male ha prezzi proibitivi, che dimostrano ancora una volta l'inciviltà dei locali. Poi ci siamo dedicati al passatempo notturno più gettonato: filmati idioti su youtube e narghilè.
Oggi ci sarebbe dovuto essere il tradizionale barbecue, ma causa tempo ostile abbiamo ripiegato su un'abbuffata di carni a cena, che tra poco io e DAvena ci appresteremo a cucinare.
Negli ultimi giorni Stress si è ricordata della tradizione cattolica italiana, spendendo un pre-serata ed una serata in una chiesa in cui parlavano una lingua incomprensibile. Una serata intera spesa a messa... Che invidia, vero?
Venerdì, SelfExile ci ha portati a mangiare da dei suoi connazionali, che poi abbiamo scoperto non essere suoi connazionali. Pertanto, si è lamentato tutta sera del fatto che il cibo non fosse come a casa sua, mentre noi altri ce ne infischiavamo e lo gustavamo.
Lo Zucchero è drogata. L'ho dovuta trascinare di peso via da uno schermo in cui trasmettevano Lost (a scatti, perchè la connessione è quella che è).

Questo rapporto è corto, perchè con la neve non è possibile pensare e/o ricordare, e perchè ora vado a lavorare nelle cucine. Alla prossima.

mercoledì 5 marzo 2008

Uova, BSB, cene

Ecco il rapporto relativo agli ultimi giorni, in attesa dei risultati degli appostamenti di ReLeone.

Lunedì. Esame. La prima vera prova in terra nemica. Poi ancora addestramento. La serata siamo liberi, ed eravamo tutti d'accordo per andare ad una festa organizzata in una fortezza della zona. Questa fortezza, ironicamente chiamata Bastiglia, può essere raggiunta solo affrontando una dura scalata, oppure tramite una funivia, il cui accesso è controllato da una guarnigione mista franco-amica. Mentre siamo in attesa di potere salire, una jeep nemica inchioda lungo la strada accanto a noi. Ne discende un commando nemico. Siamo sotto attacco! Ci lanciano delle uova e scappano, i bersagli. Dopo i primi timori di un attacco con armi chimiche, ci rendiamo conto che nessuno di noi è ferito, ma l'avvertimento ha avuto l'effetto di lasciare imbrattate le nostre divise. La mia, che per la taglia era un bersaglio più facile, è quella nelle condizioni peggiori. Dopo avere in maniera chiara e decisa bestemmiato le divinità locali e le famiglie dei nemici risalendo per 16 generazioni, mi tranquillizzo, ma la rabbia rimane. Saliti alla fortezza, provvederò ad affogarla. Alla festa ci sono amici di ogni nazionalità, ed in mezzo alcuni nemici, che però mantengono un profilo basso. Dopo pochi minuti, Pocket è persa in un labirinto di bicchieri di plastica: prova a trovare una via d'uscita vuotandoli tutti, ma questa scelta sarà la sua rovina. ReLeone barcolla e ride. Intanto tra tutti diamo fondo alle scorte locali di alcolici, scambiando racconti di guerra ed opinioni sull'andamento della campagna con chiunque fosse interessato. Sul finale, Stress rigetta un bicchiere avvelenato nelle latrine, ed io poco più in là. Il ritorno a cavallo si rivela più semplice di quanto mi aspettassi, nonostante il clima della notte.
L'indomani molti di noi si prendono un giusto riposo.

Il venerdì, SelfExile ed MTV, i nostri compagni della terra del tè, si offrono di cucinare per noi tutti, ricambiando il favore della carbonara di pochi giorni prima. Riso-pagnotta e verdure varie, tutto mischiato assieme in nonsisabenequante pentole. Io faccio il mio dovere ad evitare che le provviste vadano sprecate. Quando mi aspetto un secondo, scopro che non era stato possibile sottrarre di più ai magazzini della zona, e un poco ci rimango male, ma va bene comunque perchè i miei commilitoni paiono sazi. Poi partiamo verso il centro, per salutare Zucchero che parte per passare il fine settimana di permesso a casa dalla famiglia, ma soprattutto per festeggiare il compleanno di DAvena. E' il primo compleanno sul fronte, e dobbiamo fare sì che ne valga la pena. Andiamo così in un locale nella zona, e sfoderiamo i doni abilmente preparati e celati fino a quel momento. Una maglietta di Suor Plautilla (grazie a me, Andy Warhol e MitchDiuChennon) e una borsa con un numero spropositato di colori ed una forma non esattamente intuitiva (procurata al mercato nero da Zucchero e MissPresident). Birre. ReLeone e DAvena lanciano la nuova moda: versarmi da bere addosso. Il movimento artistico d'avanguardia comincia con una birra e i miei pantaloni, ma non ha ancora un programma definito. Si chiamano: BSB (Bevande Su Bovaz). Poi succede il dramma: NonHoAncoraUnSoprannome vede una gabbia e sente della musica! 2+2=4, ed eccolo che sta ballando nella gabbia, assieme a MissPresident. Io per fortuna avevo ascoltato il mio istinto, ed ero in una postazione strategica da cui non potevo assistere alla scena. Alcuni degli astanti hanno ordinato gli alcolici più forti della casa, solo per tentare di levarsi quell'immagine dagli occhi.

Il sabato siamo tenuti a presenziare ad una festa per la milizia all'enclave di Fort Rabot, una piccola isola di pace nascosta nelle montagne intorno alla città. Il cibo ha origini sconosciute, nel senso che quella che definiscono carne è in realtà un intreccio gommoso attaccato a quelle che voglio sperare fossero ossa. Nel salone delle feste, alcuni dei passatempi di casa, che ci tengono a lungo impegnati, fino a quando non si fa ora di abbandonare la fortezza, prima che le luci e i suoni attirino l'attenzione dei francesi. Salutiamo i nostri commilitoni, e torniamo a recuperare le nostre cavalcature, nascoste a pascolare in un posto segreto in riva al fiume, di fronte a locali che hanno nomi di casa nostra, ma l'aria di un pianeta lontano. Quando siamo all'Ovest, veniamo accolti da un'altra festa, dove pare che tutti conoscano il mio nome, e volentieri partecipano al movimento BSB, ma non hanno le doti dei fondatori, e per questo appena poche goccie di vino colpiscono il fondo dei miei jeans. Quando la situazione inizia a precipitare (a causa dei tassi etilici alle stelle) in troppi andiamo alle stanze di SelfExile, dove a quel punto risulta impossibile girarsi su sè stessi o allacciarsi le scarpe, ad esempio.

Domenica è una giornata dura. Vengo svegliato in un giorno di riposo dal grattare elettrostatico della radio in camera: la ConsorteDiFerro dice di essere alla mia porta. Rapido mi tuffo giù dalla branda e corro la distanza che mi porta ad aprire.
Nessuno.
Mi affaccio.
Nessuno.
Giacchè sono sveglio, mi cambio e decido di scendere dalla camerata. Ed ecco che mi trovo di fronte Il Generale e la ConsorteDiFerro, che, scopro, era convinta che io avrei potuto vederla attraverso la parte di acciaio della porta blindata. Ed invece, stranamente, no... Come c'era da aspettarsi, mi hanno portato una camionata di provviste, tanto che alcune devono poi riportarsele in Italia, perchè nella base qui non ci stanno. Mentre sto mostrando loro la base, incrocio la ragazza ateniese, che appare intimorita dalla presenza di due personaggi con gradi così alti attaccati alle spalle.
Accompagno quindi entrambi a mangiare sul set da film western dove ero già andato con alcuni commilitoni. Stavolta i bisonti sono in sciopero, e ne approfittano per godersi una marinatura come si deve, quindi dobbiamo ripiegare su carni meno atipiche. Fatte le richieste, ci viene portata dell'insalata.
...
...
Vabbè. Non si butta via niente, ci diciamo io e il Generale, mentre la ConsorteDiFerro si rivela insofferente ai condimenti di qui. Finalmente poi ho un animale del piatto, che non si lamenta a sufficienza per i miei gusti. Non fidandoci dei beveroni locali, il caffè lo facciamo alla base.
Successivamente, mostro un tratto della via che seguiamo noi della cavalleria per raggiungere il centro della città. I due si dicono soddisfatti, e ritornano in Italia.
Una serata tranquilla, per recuperare dalla pressione a cui sono stato sottoposto.

Lunedì sera è la volta di ChopStick e YellowShy ai fornelli (che effettivamente chiamarli fornelli è un complimento). Anche la loro cucina parte da una base di riso-pagnotta, ma cambia la varietà dei condimenti, e gli strumenti utilizzati. La voce si è sparsa in fretta, e siamo moltissimi. C'è chi cerca di destreggiarsi con le bacchette e chi con le lingue, ma alla fine credo che tutti siamo soddisfatti del risultato, al punto che quando guardiamo l'ora è troppo tardi per lasciare la base. Alla spicciola cominciamo a ritornare alle brande. Mentre siamo ancora una manciata, con carte e birra, arriva un messaggero a portare notizie: nella zona dei barbari locali, nottetempo, manomettono le camionette con clave di vetro. Noi non ne sappiamo niente, ma nel dubbio insultiamo un poco la cultura indigena.

Oggi ReLeone sta male, colpito solo ora dagli effetti della venefica aria francese. DAvena invece pare contenta, perchè è arrivato a trovarla TheMexican, l'addetto alle comunicazioni con la stampa con cui ha una relazione.
Poichè era una giornata di riposo, io e SelfExile ci siamo svegliato alle 1630. Stress invece ha voluto andare alla caserma di addestramento ad esercitarsi, cosa che ha causato boati di stupore tra la truppa quando ce lo ha rivelato. In molti (Zucchero, MitchDiuChennon, Bidella, tra gli altri) sono andati a testare le piste delle montagne.

domenica 24 febbraio 2008

Di palloni ovali, tra l'altro

Giornate normali, le ultime, con qualche picco.

Giovedì abbiamo effettivamente scoperto che SelfExile non ha dato l'esame, per non lasciare da solo NonHoAncoraUnSoprannome (che continua a non avere un soprannome, nonostante le sue insistenti richieste).
Nel frattempo io, ReLeone, Stress e Zucchero (Chini, Chinua, Zachary, Tang e altri che ora non ricordo) abbiamo cominciato a preparare l'esame di lunedì (domani). DAvena si era isolata a preparare francese, senza nessun motivo per farlo, ma convinta della sua decisione. Zucchero se ne sta sotto una coperta rosa shocking con disegnate delle rane per tutto il tempo, lamentandosi di tanto in tanto perchè ReLeone si mangia tutte le caramelle. Stress fuma e fa caffè con regolarità svizzera.

Di ritorno dallo studio mi fermo alla camera di Pocket, e fissiamo minacciosamente il suo computer perchè funzioni. Ci mettiamo circa 45 minuti a farci passare la voglia, ed a quel punto andiamo a cenare.

Poichè siamo tutti molto originali, il menu prevede pasta con sugo pomodoro-e-tonno, e patatine fritte. Intorno ad un tavolo da casa di bambole, con sedie tutte così differenti l'una dall'altra da parere provenire da pianeti diversi, siamo così tanti che non mi va nemmeno di scrivere tutti quelli che c'erano. Oltre ai soliti di cui ho già parlato, anche altri, di cui non ho ancora parlato. SelfExile e ChopStick (commilitone cinese, la cui camera rivaleggia con quella di ReLeone per mancanza di qualunque cosa) si augurano vicendevolmente frutta e verdura in numerosi orifizi.

Il giorno dopo (venerdì) tutti a dare l'esame dell'idioma locale. Poi panetteria per me e ReLeone. La panettiera carina ci parla in italiano. Io mi chiedo: "cazzo la studio a fare la lingua di qui? Sono due settimane che la gente mi parla solo in italiano o inglese." Per pranzo zuppa di cane dal cinese all'angolo, dove stupisco l'universomondo con la mia perizia con le bacchette, e si disquisisce sulla loro maggiore naturalità rispetto alle posate. SelfExile dichiara di avere scritto solo "bien" e "tres bien" sul suo esame, perchè non aveva idea di che cosa diavolo gli stessero chiedendo. Con noi numerosi nemici della Francia, giunti da diverse parti del continente: crucchi, eredi-dei-vichinghi, messicani, ateniesi. La lingua parlata è un misto di tutte quelle conosciute da ciascuno, quindi c'è parecchia confusione. Un vecchio da un tavolo accanto comincia a dire cose a caso in italiano e cantare: per sopravvivere così a lungo in questa terra ostile è stato costretto a darsi all'alcolismo, povero piccolo.
Il pomeriggio è una nuvoletta confusa e priva di dettagli, in cui immergiamo ore di studio, cazzeggio, feci. Il computer di Pocket, ripensando alle velate minacce ricevute il giorno prima, decide che forse è il caso di fare come gli viene chiesto.
La sera DAvena e Zucchero si rinchiudono nelle loro tane, sconsolate dallo studio. Io e ReLeone a cavallo e gli altri in camionetta andiamo al centro a provare un pub di cui ci avevano parlato bene. Il menu doveva prevedere brit-pop e punk (inglese, vecchio, leggero). Ci ha invece accolto della specie di musica discotecara triste ed insignificante, una ristretta scelta di birre, cocktail che si chiamano alcolici ma sono succo di frutta, una luce blu fluorescente che trasforma la sciarpa di Pocket in un falò freddo. Poco prima, mentre io e ReLeone (che a cavallo ci abbiamo messo meno tempo degli altri ad arrivare), veniamo abbordati da due indigene, che attaccano discorso sulla strada per andare a ballare della house. Una parla in italiano e l'altra in inglese, ovviamente, proprio come ci si aspetterebbe in francia... Quando se ne vanno, ecco finalmente gli altri: SelfExile faceva da navigatore, ma probabilmente in uno dei suoi strani dialetti indiani, e quindi il risultato è stato che si erano persi a più riprese. Oppure semplicemente hanno il senso dell'orientamento di una talpa ritardata che cerchi di scavarsi una tana in gola ad un temibile talpiere (che è come un formichiere, ma per le talpe, puzza di più, ed invece che catturare le prede con la lingua appiccicosa usa una delle sue code luride e infangate).
Di ritorno, pensiamo bene di bere un paio di birre in camera di SelfExile, anche nota come il mare dei calzini. Siamo io, ReLeone, Stress e Pocket, oltre ovviamente al padrone di casa. Così passiamo la serata, con me che insulto tutti per le scelte musicali, traducendo i dialoghi alla povera Pocket. Lei non parla inglese, e da quando è arrivata l'inglese è diventato la nostra lingua ufficiale, perchè tutti gli stranieri non sanno (ancora) l'italiano. (e perchè, in fondo, e divertente avere qualcuno che non capisce niente di cui parlare male in sua presenza senza che se ne renda conto).

Il sabato mattina ci siamo dimenticati di usarlo, almeno per quanto mi riguarda. Alle 4 del pomeriggio faccio una frugale colazione, una doccia e sono pronto per andare a studiare a casa di Stress. Ho appuntamento per le 2030 per la partita, e il vicino iracheno di Stress, Femore, quasi mi fa arrivare in ritardo, trattenendomi per farsi spiegare come fare funzionare della roba sul suo computer: qui in francia tutti i computer prima o poi hanno dei gravi problemi privi di ragione apparente, tranne (finora) il mio e quello di SelfExile.
Monto in sella a Shadowfax e parto al galoppo verso il pub. Lungo la via mi rifocillo con un bel kebab. E poi è partita!

Al quinto la prima meta inglese, nata da una palla rubata in un placcaggio, e mi riesco a contenere. Trasformazione e punizione inglese, e siamo a +10. Silenzioso godo, ma il mio sorriso parte a Singapore e finisce in Wisconsin. Poi sti galli bastardi ci mettono sotto, ci fanno sudare. Quasi piango a vedere il buon Wilkinson sbagliare così tanto, le touch tutte in mani bleu, ma l'Inghilterra tiene duro e si mantiene davanti. Nel secondo tempo pare ancora ci sia solo spazio per il gioco francese. Poi la meta inglese. Gli indigeni che si strappano i capelli. Io che grido e salto, infischiandomene di lance e frecce e che mi piovono addosso dagli occhi che mi circondano. Sono soddisfazioni. Nelle orecchie, cazzo di galletti!
Cambiamo pub, sbagliando tutto nella vita. A quelli che abbiamo visto la partita (3) si uniscono altri (2346919) mentre qualcuno se ne va (1). Degli sconosciuti rubano le cartine di Pocket, chiedendo per favore. Lei si lamenta con me, ma che ci posso fare? Parliamo, faccio proseliti, scopro che effettivamente tutti odiano i francesi, come è giusto che sia. Lo sport nazionale della serata pare essere usare il mio accendino colorato, e SelfExile prova a trattenersi da battute sull'omosessualità, con risultati mediocri.
Quando torniamo andiamo un poco in camera di una ragazza greca. Non so se è spartana o ateniese, ma poichè studia informatica propendo più per la seconda (non esistono greci che non siano o spartani o ateniesi, o almeno questo è ciò che insegnano i libri di scuola). Poichè ci offre birra e muffin, le promettiamo tutti amore eterno. SelfExile prova a farle funzionare il computer, mentre Pocket e ReLeone fanno a gara a chi versa più cose sul pavimento. (la loro sfida si conlcude a favore del secondo, che tira cenere sotto il letto e annaffia il tutto con birra tiepida).
Poi a dormire, e poi oggi. I miei commilitoni studiano, mi sveglio, faccio colazione e poi preparo pranzo (e Zucchero si lamenta che le ho fatto interrompere lo studio prima che fosse pronto). Caffè dalle parti della camera di Stress, dove mi rendo conto di non volere studiare. Ora stanno ancora studiando, ed io sono qui. L'esame è domattina alle 8...